Retinite: come prevenire l’infiammazione della retina?
Cos’è la Retinite
Con il termine RETINITE viene indicata una qualsiasi infiammazione a carico della retina, sia questa dovuta ad infezioni, malattie degenerative ereditarie oppure a processi infiammatori dei tessuti oculari.
La retina è una sottile membrana che riveste la superficie interna dell’occhio, composta da sei tipi di cellule nervose. In particolare, è suddivisa in due macro-aree:
- una centrale, chiamata macula, ricca di quelli che vengono chiamati coni, cellule nervose deputate alla percezione e al riconoscimento dei colori e alla visione distinta;
- un’area media e periferica, dove prevalgono invece i bastoncelli, fotorecettori deputati alla visione notturna o con poca luce.
Nel suo funzionamento giornaliero la retina capta gli stimoli luminosi e li converte in segnali bioelettrici, che a loro volta vengono inviati al cervello attraverso le fibre del nervo ottico.
Quando però la stessa subisce fenomeni di tipo infiammatorio, dovuti solitamente a infezioni da batteri, virus, funghi o a malattie degenerative ereditarie, si può riscontrare una riduzione della capacità visiva. Questo tipo di patologie, definite con il termine retinite, deve essere curata tempestivamente per evitare complicanze che possono arrivare alla distruzione della retina e a conseguenze anche piuttosto gravi, che ne possono provocare il distacco.
Perché è detta Retinite “pigmentosa”?
Nel più ampio spettro dei disturbi infiammatori della retina, la retinite pigmentosa è l’unica a carattere esclusivamente ereditario e altamente degenerativo tanto che, nella maggior parte dei casi, può progredire fino a provocare la cecità. La patologia viene generata da una graduale perdita dei fotorecettori (coni e bastoncelli) che portano la retina a ridurre progressivamente la propria capacità di trasmettere le informazioni visive al cervello tramite il nervo ottico.
Dai dati a disposizione su scala globale le degenerazioni retiniche ereditarie colpiscono circa 2 milioni di persone nel mondo. Attualmente la comunità scientifica internazionale non dispone di cure efficaci in grado di far guarire un paziente affetto dalla patologia, anche se da alcuni anni esistono alternative terapeutiche in grado di bloccare o rallentare fortemente il decorso, anche attraverso l’ausilio di integratori specifici. La Retinite Pigmentosa è una malattia progressiva che causa gravissima invalidità, anche nelle fasi molto precoci e pertanto di notevole rilevanza sociale.
I primi fotorecettori a essere colpiti sono i segmenti esterni dei bastoncelli: essi sono particolarmente importanti nella percezione del campo visivo attorno a noi e sono i responsabili della capacità visiva notturna. Tuttavia in alcune forme di Retinite Pigmentosa è anche possibile che ad essere colpiti siano i coni, fotorecettori della retina centrale che sono deputati alla visione diurna e della percezione dei colori.
Cause Retinite
Quando si parla di cause scatenanti della retinite è opportuno, come ampiamente trattato sopra, distinguere tra le retiniti causate da infezioni di virus, batteri o funghi e le retiniti degenerative.
Quando parliamo di quest’ultime, e quindi delle retiniti pigmentose, possiamo iscrivere come principali cause del loro presentarsi le alterazioni genetiche,che l’individuo ha ereditato da uno o da entrambi i genitori e che può trasmettere alla futura progenie.
In base al tipo di ereditarietà è possibile differenziare tre tipi di retinite pigmentosa:
- autosomica dominante: corrisponde a un terzo dei casi e dovuta alla mutazione di un gene importante per la struttura o la funzionalità della retina. Colpisce in egual modo uomini e donne e si può trasmettere dai genitori ai figli, anche se solo uno dei soggetti possiede un gene alterato. La retinite pigmentosa autosomica dominante è una forma più lieve della malattia, caratterizzata da una progressione lenta ed esordio tardivo, generalmente nella quinta o sesta decade di vita.
- Autosomica recessiva: è la retinite più frequente ed è legata alla consanguineità. Genitori non affetti, che sono portatori sani, hanno un gene mutato in coppia con uno sano. Ciascuno dei loro figli ha una probabilità del 25% di ereditare due geni mutati e questa è la condizione necessaria per l’insorgenza della retinite pigmentosa. Similmente ai genitori, i figli portatori sani non saranno invece influenzati, in quanto servono due copie del gene alterato affinché si manifesti la malattia.
- Recessiva legata al sesso o al cromosoma X: è causata dalla presenza di un gene difettoso nel cromosoma X, e rappresenta il 10% dei casi. Questo tipo di retinite colpisce soprattutto gli uomini.
Sintomi e diagnosi Retinite
I principali sintomi che possono indurre il medico a sospettare di trovarsi di fronte ad un caso di retinite pigmentosa sono essenzialmente tre:
- cecità crepuscolare e notturna: la retinite pigmentosa causa difficoltà a vedere in condizioni di scarsa illuminazione, come ad esempio muoversi e guidare di sera o di notte, o un ritardato adattamento quanto si passa da ambienti illuminati a quelli oscuri. Questo fenomeno è dovuto al fatto che, almeno per la maggior parte dei casi, la malattia aggredisce prevalentemente i bastoncelli;
- restringimento del campo visivo: si manifesta con una difficoltà a percepire oggetti posti lateralmente oppure non si notano né gradini né ostacoli bassi. L’alterazione del campo visivo è progressiva e può coinvolgere anche la parte centrale della retina, con perdita delle capacità visive centrali;
- eccessiva sensibilità alla luce e all’abbagliamento.
In presenza dei sintomi precedentemente descritti, il medico oculista effettuerà sul paziente alcuni esami specifici come: l’acuità visiva, l’esame del fondo dell’occhio e la sua fotografia, l’esame del campo visivo e l’elettroretinogramma. Quest’ultimo, in particolare, è un esame estremamente utile nel caso in cui vi sia il sospetto di una retinite pigmentosa. Infatti, registra le correnti elettriche prodotte dalla retina in risposta a degli stimoli visivi e consente di valutare se le cellule retiniche reagiscono correttamente. In caso di retinite pigmentosa, il valore è ridotto o assente.
Retinite: Cura e prevenzione
Al momento non è possibile guarire dalla Retinite Pigmentosa, è possibile però rallentare notevolmente la velocità di evoluzione della malattia stessa. Tali trattamenti si basano sull’assumere integratori a base di Vitamina A, sia sola che associata ad omega 3 (DHA) o luteina, oppure a trattamento con ossigenoterapia iperbarica.
Un ottimo integratore in questo senso è quello sviluppato da Medical Age, Normoretinal, avendo tra le sue componenti estratti di Bromelina, Luteina, Rutina, Rosa canina, Polifenoli, Proantocianidine, Acido Alfa lipoico, Vitamina A Vitamina C, Vitamina E, Zinco, Rame e Selenio.
Anche l’integratore Solutein è utile per preservare la salute della retina grazie i suoi componenti di luteina e zeaxantina idrosolubili presenta ottime caratteristiche.
Presi insieme durante la giornata, i due integratori lavorano in sinergia potenziando le loro proprietà nutraceutiche.
Tutti i trattamenti hanno la caratteristica di migliorare il metabolismo del fotorecettore, rallentando la morte per apoptosi.
I pazienti che giungono ad uno stato molto avanzato o terminale, associabile alla cecità, possono usufruire di un impianto di retina artificiale. Questa protesi è in grado di ripristinare parzialmente una funzione visiva residua e di migliorare l’autonomia del paziente. La ricerca attualmente si muove con molta celerità in molti ambiti, soprattutto quello della retina artificiale mediante l’impiego di nanotecnologie e sull’utilizzo di cellule staminali.
Retinopatia Diabetica
Un piccolo approfondimento merita in conclusione un particolare caso di retinite: la RETINOPATIA DIABETICA, che come descrive il nome può manifestarsi nei soggetti affetti da DIABETE.
Un diabete non curato né monitorato con costanza può provocare ingravescenti danni degenerativi ai vasi sanguigni, che si possono riflettere poi anche sulla RETINA, che può essere intaccata dall’insulto ischemico e presentare danni progressivamente più gravi causati da questa malattia, fino a causare anche la completa cecità.
Anche per questa particolare forma di retinite, la soluzione migliore è ricorrere alla prevenzione, attuabile tramite iniezioni di insulina e INTEGRATORI ALIMENTARI che possono dimostrarsi utili soprattutto nella prevenzione del danno ossidativo, per ripristinare il metabolismo cellulare ed agendo sulle specifiche funzioni intaccate dai danni tissutali.